L'Ing. Benjamin Piercy nel 1879, tramite asta pubblica, acquistò nella montagna di Bolotana 2021 ettari, che successivamente divennero circa 3400 con l’acquisizione di altre estensioni nei comuni di Lei, Silanus e Bortigali.
Mentre a Padru Mannu realizzò la più grossa e moderna azienda agricola della Sardegna, Badde Salighes divenne il centro operativo e fu così che nel 1882 iniziò la costruzione di un casino di caccia, anche se vi si recava in rare occasioni preferendo risiedere a Macomer. I lavori arrivarono solamente al primo piano perché la morte improvvisa, a soli 61 anni, non gli permise di completarla. Ci pensò il figlio Henry Egerton (lo zio Enrico per la nipote Giorgina Mameli) a portare a termine i lavori e una volta completata, vista la struttura e il suo aspetto maestoso ed elegante, gli fu dato il nome di Villa Piercy. La villa era un solido palazzo di due piani di color bianca, ( testimonianza di Giorgina Mameli Piercy ), col tetto pieno di comignoli, con le riseghe e le cornici di porte e finestre e con quattro torri angolari che, con la loro mole e i tagli verticali delle feritoie, le davano l'aspetto di un fortino.
All'interno una grande sala di rappresentanza con le volta affrescata e riccamente arredata: mobili d'epoca, quadri, argenti, trofei di caccia. Le poche persone che avevano avuto modo di vederla, la descrivevano come una dimora principesca. Si sviluppava su tre piani
a) Al piano inferiore (si accedeva da un ingresso a parte oppure dal piano terra) c'erano le cucine, la dispensa e le camere delle collaboratrici domestiche.
b) Al piano terra c'erano lo studio, la sala da pranzo e il salotto.
c) Al piano superiore c'erano 5 camere da letto, il bagno e lo spogliatoio.
Ora ospita una parte dei mobili che arredavano la villa, documenti e foto donati dalla Signora Giorgina Mameli Giustiniani.
Il 24 Aprile 2017 è diventata Sede di Rappresentanza Istituzionale dell'Unione dei Comuni del Marghine, alla presenza dell'allora Presidente della Regione Sardegna prof. Francesco Pigliaru.
La villa, dopo varie vicissitudini, restaurata è tornata al suo antico splendore! Bella, maestosa, elegante, le fa compagnia tutt'attorno un bellissimo bosco. Inizialmente le piante presenti erano essenze spontanee tipiche del luogo, quali la roverella, il leccio, il castagno, l'acero, l'agrifoglio e il tasso. Il poeta-scrittore Tiziano Fratus, soprannominato "il cercatore d'alberi", che gira il mondo alla ricerca di piante rare, in un suo articolo sulla Stampa di Torino afferma che il Tasso di Badde Salighes "è il sovrano dei nostri tassi nazionali, il grosso tronco tondeggiante (750 cm a petto d'uomo, per un'altezza di circa 15 m), cavo, barbuto, una meraviglia". Gli addetti ai lavori ipotizzano circa 2000 anni di ammaestramento del tempo; è stato inserito nell'elenco degli alberi monumentali d'Italia assieme al Faggio ed all'Abete di Spagna.
L'Ingegnere mise a dimora nel parco, in perfetto stile inglese, prospiciente la villa alberi che, nonostante provenissero da paesi e continenti lontani, trovarono il loro habitat ideale e si integrarono perfettamente: la Tuja dell'Himalaya, il Cipresso di Lawson (Stati Uniti), il Bosso delle Baleari, il Libocedro della California, l'Abete di Spagna (l'esemplare di Badde Salighes pare essere, secondo gli esperti, quello di maggiori dimensioni al mondo)
Dal 2017 il parco fa parte del circuito dei "Giardini storici di Sardegna" che coinvolge sette comuni.
Durante l'arco dell'anno il sito è meta di migliaia di visitatori provenienti anche dall'estero, affascinati dalla bellezza dei luoghi.