BENJANIN PIERCY
Benjamin Piercy nasce il 16 marzo 1827 a Trefeglwys, nel Galles, da Robert e Arabella William; si laurea giovanissimo all’età di 20 in Ingegneria civile e da subito si appassiona alla locomotiva e alle prospettive rivoluzionarie del trasporto su rotaie.
Inizia nella madre patria la sua esperienza con successo; in breve la sua fama oltrepassa i confini del Galles per cui viene chiamato in India e in Francia per risolvere alcune situazioni ferroviarie molto complicate.
Anche in Sardegna c’era la necessità di realizzare una strada ferrata e fu così che dopo l’Unità d’Italia nel 1861, il governo Cavour inserì la nostra isola fra le regioni in cui realizzare vari tronchi ferroviari.
Al gruppo Gaetano Semenza furono inizialmente assegnati i lavori nel 1863, ma già da subito emersero i primi problemi di carattere burocratico e infatti due anni dopo, nel 1865, si fermò tutto.
Dopo che il gruppo Semenza cedette la concessione, si decise di chiamare al capezzale del malato l’Ing. Piercy per rielaborare tutta la progettazione, che palesava molti errori strutturali.
Nel 1869 ripartirono i lavori, ma l’anno successivo si bloccarono nuovamente, soprattutto per problemi finanziari; nel frattempo l’Ingegnere eseguì importanti lavori in Francia, in America del Sud, in India (dove costruì una ferrovia) e a Roma, dove riuscì ad intrattenere una fitta rete di amicizie altolocate, tra le quali Giuseppe Garibaldi, che in seguito divenne suo compare, quando fece da padrino al figlio Ricciotti.
Qualche anno dopo Piercy tornò in Sardegna e finalmente nel 1884 ci fu il completamento dei tronchi ferroviari e fu così che Cagliari, Sassari, Olbia e Porto Torres furono collegate dalla ferrovia e anche i sardi rivoluzionarono il loro modo di spostarsi sostituendo il cavallo e il carretto con il treno.
L'attività dell'Ingegnere non si fermò solamente alla progettazione e costruzione delle ferrovie, ma a Padrumannu, ad un tiro di schioppo da Badde Salighes, realizzò un modernissimo caseificio, dotato di impianti per la sterilizzazione del latte, ottenuta per mezzo di una macchina a vapore verticale che per 30 minuti portava il latte ad una temperatura di 210 gradi (una novità assoluta per quei tempi), dove si producevano, inoltre, il burro e il formaggio, che tutte le mattine, prestissimo, venivano portati nella vicina stazione ferroviaria di Campeda e caricati sul treno con direzione Cagliari dove venivano venduti in una latteria di loro proprietà.
Introdusse nell'azienda alcune razze autoctone di bovini e suini.
Ebbe un grossissimo allevamento di cavalli. In quel periodo i cavalli venivano incrociati con esemplari greci, cartaginesi, arabi e andalusi ottenendo degli ottimi risultati, dei purosangue definiti arabo-sardi. Benjamin Piercy ebbe la grande intuizione di ricorrere a riproduttori purosangue inglesi (ad esempio la fattrice Politculli) ottenendo così, da questo incrocio, l'Anglo-Arabo-Sardo, una razza pregiatissima, adattissima ai concorsi ippici e sport equestri, molto veloce e resistente, adatto anche alle corse piane e ad ostacoli.
Il Comune di Bolotana gli concesse, nel 1882, la cittadinanza onoraria, "in segno di riconoscenza per gli ingenti miglioramenti fatti nei suoi vasti tenimenti posti nei territori di questo comune" e nel maggio del 2017 gli ha intitolato una via del paese. Anche il Comune di Macomer, in seguito, gli concesse la cittadinanza onoraria alla memoria intitolandogli una via nella cittadina.
Il re Umberto I° lo nominò Commendatore della Corona d'Italia.
Purtroppo la fortuna, che lo aveva accompagnato fino ad allora, gli voltò le spalle e morì all'improvviso a Londra il 24 marzo 1888 a soli 61 anni per un malore accusato al termine di un banchetto nella residenza del Sindaco.
Secondo fonti autorevoli, alla sua morte, il suo patrimonio si aggirava intorno ai 30 milioni.
Nonostante siano passati tanti anni, viene tutt'oggi ricordato per le sue capacità imprenditoriali e per l'impulso allo sviluppo socio-economico che seppe dare alla Sardegna.
HENRY EGERTON
Henry Egerton Il secondo dei maschi figli di Benjamin, nacque nel 1866 e morì in un incidente aereo nel 1929 inabissandosi nel mare di Olbia. Sposò Donna Diana figlia del marchese Teodoli, parliamo dell'alta nobiltà romana. Amministrò l'azienda dalla morte del padre avvenuta nel 1888 al 1904. Durante la su gestione, incrementò il patrimonio zootecnico e diede un forte impulso all'allevamento, tra fattrici, puledri e stalloni aveva una consistenza di più di 200 capi. Migliorò con macchine moderne portate dall'Inghilterra il caseificio, i cui prodotti che giornalmente venivano portati a Cagliari venivano venduti nella loro rivendita. Si può senz'altro affermare che l'azienda di Padrumannu era in quel periodo la più grande del Mediterraneo. Organizzava spesso e volentieri; corse di cavalli, tornei di equitazione e per non farsi mancare niente anche la caccia alla volpe, con i cani portati dall'Inghilterra.
Ospite abituale di queste manifestazioni era il Vescovo di Bosa Monsignor Eugenio Cano ( Gergei 1829 - 1914 ) nominato Vescovo dal 1871 al 1905 che arrivava puntuale, a groppa del suo cavallo, scortato da due guardie per assistere alle gare e partecipare alla caccia alla volpe.
Il casino di caccia ( seminterrato ) fatto costruire dal padre per riposarsi dopo le battute di caccia perché quando veniva da Cagliari soggiornava a Macomer. Venne ampliato e sopraelevato di 2 piani compreso un sottotetto divenendo Villa Piercy che ancora oggi a distanza di più di un secolo di vita, mantiene intatto tutto il suo fascino e la sua bellezza. Adesso la villa comprende 5 vani sottoterra - 5 vani al piano terra e 5 vani al primo piano e il sottotetto.
Nel 1903 il 15 Gennaio ottenne che Baddesalighes fosse dichiarata; Nuovo centro di Popolazione ( Borgata Autonoma ), nonostante non ne avesse i caratteri giuridici; il che lo esonerava per dal pagamento delle imposte governative e comunali. Il 12 luglio 1904 il Consiglio comunale di Bolotana deliberò all'unanimità un voto al Governo perché fosse annullato il decreto prefettizio che costituiva la detta tenuta in borgata autonoma; e nel giorno 29 agosto successivo non pochi consiglieri comunale ed abitanti di Lei e molti cittadini di Bolotana con due distinti ricorsi, rinnovati nel di' 14 gennaio 1905, facevano pur essi istanza per l'annullamento del decreto suindicato.